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La meteo del Lago Maggiore

Il posizionamento del Lago Maggiore, racchiuso tra le Alpi, il suo sviluppo longitudinale da Nord a Sud, rendono poco attendibile qualsiasi previsione e forse sarebbe meglio usare il plurale, poiché spesso si trovano due o tre condizioni meteo differenti, a seconda del nostro posizionamento sulla superficie lacustre.

Per questa ragione, non è improbabile trovare vento e pioggia nella parte alta del lago mentre il sole splende

nel basso lago (o viceversa).

La difficoltà previsionale è accentuata dalla conformazione Alpina che può bloccare, rallentare o far passare una perturbazione o addirittura sconvolgere il clima con l'arrivo del Foehn.

Quindi, mentre risultano oramai precise le previsioni in zone di pianura o prospicienti al mare poiché risultano essere libere da rilievi, nella zona Prealpina, la particolare orografia fa si che le previsioni ufficiali siano spesso errate.

Parlando di meteo e di terminologie locali, vorrei suggerire la lettura del romanzo dello scrittore Luinese Piero Chiara, La stanza del Vescovo, romanzo da cui é stato ricavato l'omonimo film del 1977 diretto da Dino Risi, con interpreti Ugo Tognazzi nella parte di Temistocle Mario Orimbelli ed Ornella Muti nella parte di Matilde Scrosati vedova Berlusconi.

"Nel tardo pomeriggio di un giorno d’estate del 1946 arrivavo, al timone di una grossa barca a vela, nel porto di Oggebbio sul Lago Maggiore.

L'inverna, il vento che nella buona stagione si alza ogni giorno dalla pianura lombarda e risale il lago per tutta la sua lunghezza, mi aveva sospinto, tra le dodici e le diciotto, non più in su di quel piccolo abitato lacustre, dove decisi di pernottare..."

I principali venti del Lago Maggiore:

 

Non è semplice parlare dei venti del Lago Maggiore; numerosi e mutevoli, variano di direzione e di nome a seconda di dove ci si trova e della "lingua" utilizzata: in piemontese, per esempio, il nostro Marengo (o Marenco, un vento proveniente da Est-Sud-Est) cambia sesso diventando la Marenca.

Ma procediamo con ordine.

Il regime classico del nostro lago (regime di brezza) è formato dai due venti principali, "Tramontana!' (da Nord il mattino o/e la notte) ed "Inverna" (da Sud il pomeriggio).

Una domanda ... al mattino c'é sempre la Tramontana  e l' Inverna al pomeriggio?

Purtroppo no!

Questa situazione si ha solamente in assenza di perturbazioni (aree depressionarie), cioè in condizioni climatiche ottimali (alta pressione).

Spesso capita di avere solo uno dei due venti, di non averne, oppure di avere venti differenti causati da basse pressioni in arrivo o in partenza dalla nostra zona o, d'estate, venti di temporale, molto intensi ma brevi.

Naturalmente la conformazione orografica della nostra zona influisce in modo determinante

nel definire la direzione e l'intensità degli spostamenti dell'aria.

Proprio per questo ogni zona può così avere piccoli cambiamenti di direzione per lo stesso vento.

Venti barici (di gradiente)

Sono i venti creati dalla presenza (o dall'arrivo) di una zona "ciclonica" (depressionaria) e sono generalmente di forte intensità.

Si ha così  l'Invernone  o l'Inverna Novarina che è di intensità maggiore, fino a due o tre volte, rispetto all' Inverna normale, vento che proviene leggermente inclinato da Sud-Ovest.

Il Marenco, di cui abbiamo parlato all'inizio, proviene dalla Valcuvia e soffia molto forte dal golfo di Laveno verso Intra (dove solleva una notevole onda) ad una velocità che può raggiungere e superare i 50 nodi, un vento molto raro  e che dura da poche ore a mezza giornata.

Il Mergozzo (o Margoezz) che, provenendo dal Sempione, si incanala nella Val d'Ossola, si alza sopra il laghetto di Mergozzo (da cui appunto prende il nome) per ricadere dall'alto sulla parte di lago antistante l'isola Madre ed infrangersi contro Cerro con onde alte e quasi marine.

Il Mergozzo è considerato uno dei venti più temibili del Lago Maggiore a causa della sua intensità, anche questo può soffiare con intensità pari o superiore ad i 50 nodi e, soprattutto, noto per la sua imprevedibilità. 

Da quando compaiono le prime avvisaglie all'orizzonte (dal golfo di Baveno), a quando arriva sulla sponda lombarda del lago, possono passare poche decine di secondi (a volte meno)!

Il Mergozzo non "monta" progressivamente, arriva improvviso già al massimo della sua intensità.

Fortunatamente dura poco: da qualche ora a, più sovente, solamente poche decine di minuti, spazia dalla punta di San Michele, sulla parte destra del golfo di Laveno, fino ad Arolo ed offre tregua solo fuori della sua zona o dentro la piccola baia della Polidora protetta dalla punta di Ceresolo.

Si può avere Mergozzo anche verso Lisanza, Ispra e Luino, ...ma questo non è quello "DOC"!

Il Mergozzino è un Mergozzo di lieve entità (dagli 8 ai 15 nodi) che può durare anche tutto un giorno e che ha la caratteristica di andare e venire ritmicamente variando ogni volta la sua intensità.

A volte si trasforma in Mergozzo, altre volte permane a lungo senza alterarsi.

Il Monscendrino  che appare nell'alto lago e prende il nome dal Monte Ceneri, proviene dalla Valle Leventina che lo invia sul lago Maggiore molto di raro, qualche volta neppure una volta in un anno.

E' particolarmente terribile nel bacino superiore, tra Locarno e Maccagno, oppure nella stretta di Cannobio.

Arriva quasi ammansito nel centro lago, ma spinge avanti ondate marine che arrivano fino alla svolta di Angera.

Le insenature di Laveno, di Intra, delle Isole Borromee, di Cerro e di Monvalle ne restano quasi immuni perché è un vento

centrale che corre lungo l'asse del Lago, quasi dietro la sommersa corrente del fiume Ticino.

Il Maggiore è il vento principe del nostro lago (da cui prende il nome), e spira da Nord Est, lungo l'asse del Lago, con forza e potenza e creando una notevole onda.

Può durare fino a tre giorni, specialmente d'inverno, ed è il vento più amato dai velisti.

Di solito è portatore di bel tempo e può essere di origine favonica (cioè caldo).

Può capitare, durante i freddi mesi invernali, di avere uno o due giorni col termometro sui 20/24 gradi: è merito del Favonio, il più famoso Foehn un vento caratteristico delle Alpi Nord- Occidentali provocato da un forte afflusso di aria umida dal Mare del Nord verso il Mediterraneo.

Si trova per lo più sul Lago Maggiore, Lago di Lugano e Nord del Lago di Como.

La sua caratteristica principale, oltre alla sua forte intensità, è che, pur provenendo da Nord-Est è un vento caldo, anche quando sopraggiunge nel periodo invernale.

L'aria umida proveniente dal Mare del Nord, spinta dal forte vento, sale lungo il pendio settentrionale delle Alpi raffreddandosi (adiabatica umida: 0,5°C ogni 100 metri) e, condensandosi, provoca una forte pioggia (condizione di STAU).

Superate le montagne, l'aria ha così perso la sua umidità e quindi può ridiscendere, sul lato sottovento (meridionale) delle Alpi, riscaldandosi seguendo la curva dell'adiabatica secca (1°C ogni 100 metri).

Si ha qui la condizione di FOEHN).

Essendo l'altezza dell'arco Alpino mediamente di 3.000 metri, l'aria acquista circa 15°C nel suo percorso attraverso le montagne (0,5°C ogni 100 metri: la differenza tra l'adiabatica umida e quella secca).

Il Favonio quindi, nonostante la sua provenienza settentrionale, è un vento molto forte, secco e caldo (attenzione agli incendi, anche sulla costa!).

E che velocità può raggiungere il Favonio?

Nei momenti più intensi (nella parte Nord del Lago o al largo di punta S. Giovanni a Pallanza dove il vento proveniente dal "Ceneri" sicongiunge con quello che viene dal "Sempione") può toccare anche i 55/60 nodi.

Quali sono i venti del Lago Maggiore di origine Favonica?

Di solito il Maggiore e il Monscendrino, a volte il Valmaggino.

Molto più raramente il Mergozzo, quando il vento proveniente dal Nord Europa s'incanala attraverso il passo del Sempione e la Val d'Ossola, (ma la stragrande maggioranza delle volte il Mergozzo ha una genesi temporalesca).

Il Valmaggino è un vento di temporale forte e rafficoso che spira dalla Valmaggia verso il centro lago. A volte può confondersi col Maggiore.

Altri venti minori, Montive e Bozzasche.

Le Montive, che spirano da terra nelle notti estive, sono il normale discarico di calore della terra surriscaldata dal sole: soffiano silenziosamente da ogni piccola valle e attaccano la superficie del lago a qualche centinaio di metri da terra, quasi senza sollevare onda e con una incidenza assai ristretta, tanto che non raggiungono mai oltre un chilometro dalle rive.

Lo sanno bene i veleggianti notturni che in assenza dell' Inverna le aspettano a giusta distanza da terra

per ritornare nei porti, e i pescatori che di notte ne respirano il profumo terragneo mentre stendono le reti.

Le Bozzasche, non più larghe di un bel praticello, arricciano le acque in prossimità delle bozze o insenature pianeggianti come quella di Monvalle o di Germignaga.

Sono vere e proprie brezze, preziose nelle giornate di calma piatta, ma quasi inutili per il veleggiante che se ne

illude qualche minuto e vede subito ricadere la tela afflosciata non appena ne varca il brevissimo cerchio.

Molte montive e bozzasche hanno un nome proprio di solito dovuto alla loro provenienza.

Tra le bozzasche la Quassetta che spira di lato verso Ispra, mentre tra le

montive il Cannobino, il Ceresolo, la Mercuraghina, la Cavandonera" (proveniente da Suna verso Baveno), I'Emina e l'lntragnola", che soffia, con buona intensità nelle ore serali estive da Intra verso Cerro, quasi raggiungendolo.

Per decenni ha avuto il caratteristico profumo di cioccolato dovuto alla presenza della fabbrica della Nestlé di Verbania (ora chiusa), della quale portava in giro gli odori.

Le trombe d'aria.

Ultimamente sono diventati più frequenti fenomeni temporaleschi di forte intensità, di carattere assimilabile a vere e proprie "trombe d'aria".

Di solito avvengono nel periodo agosto-settembre (o più raramente maggio) a seguito di un lungo periodo di caldo intenso,

I posti più colpiti sono Usanza (provenienza Arona), Monvalle (da Beigirate), la sponda da Cerro a Caldè (provenendo dalla zona che va dal Mottarone a Ghiffa) e Luino (da Cannero).

II risultato sono alberi abbattuti, case scoperchiate e barche rovesciate, sia in acqua che a terra.

Durano al massimo una ventina di minuti, dall'arrivo a quando se ne vanno.

Il preavviso è un forte scurimento del cielo, fino a basse quote, che lo fa sembrare uno strato di inchiostro.

Materiale tratto dall'articolo di Piero Chiara Il grande ponte e i venti del Lago Maggiore apparso sul quotidiano

La Prealpina il 21 luglio 1961.

Altro materiale è stato tratto  da un articolo scritto da Gianluigi Arioli, colonna portante della Scuola di vela di Cerro (VA)  Centro Vela, intitolato Il Lago e il Vento apparso su Informa Sport il 13 maggio del 1999.

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